Quando più di venti anni fa i primi intrepidi pionieri della Piana Fiorentina presentarono le loro proposte all'amministrazione pubblica non sapevano che esito avrebbero avuto, ma una grande fiducia muoveva i loro passi...Semplici cittadini, studenti universitari, professionisti, amici della piana, espressero a diverso titolo e sotto bandiere diverse, ma unite in uno stesso intento, la volontà di fare di tutto affinché una parte più ampia possibile della "piana naturale", fosse in qualche modo conservata. Alcuni credevano che fosse necessario convertire le aree umide e le fasce vegetazionali residue (fasce definite poi meglio come corridoi ecologici) in zone a stretta protezione, altri si accontentavano di mantenere il più possibile lo status quo. Conservare per essi stessi e per i propri nipoti. In seguito si affermò a livello globale la definizione meglio compiuta di biodiversità, definizione che si applica persino su scala territoriale.
Da allora tanta acqua è piovuta nella pianura e tanto, troppo di quello che rappresentava un pericolo per la naturalità e la biodiversità comprimeva e comprime sempre più le residue "aree naturali".
Qui non si tratta di criminalizzare lo sviluppo tecnologico e la crescita urbanistica in quanto tale, ma quello che è mancato e che manca ancora oggi è un piano generale che tenga conto dell'importanza che riveste la natura e la biodiversità, per l'uomo di oggi e ancor più per quello di domani.

mercoledì 30 giugno 2010

Aeroporto la storia infinita



Non è facile riportare correttamente le notizie che da più parti tempestano i cittadini della Piana Fiorentina. Chi dice ancora che la seconda pista si farà e sarà parallela all'autostrada, chi sostiene che verrà prolungata la pista attuale e chi infine sostiene una soluzione apparentemente alternativa e che accontenterebbe tutti: una pista diagonale a sinistra dell'attuale.

Questa idea non è nuova e infatti la riportavano diversi giornalei già a primavera:
La nazione - Il Corriere Fiorentino - Greenreport - Per un'altra Citta

Di tutte è, dal punto di vista ecologico, la soluzione più disastrosa ...Comporterebbe infatti la distruzione di uno stagno storico della piana fiorentina, il lago di Peretola (ZPS): luogo questo che convive tranquillamente da più di cinquanta anni con il territorio circostante (aeroporto compreso) e che ha permesso di conservare una preziosa parte della nostra piccola Amazzonia.
Nell'anno proclamato della Biodiversità si assiste alla sparizione e al lento prosciugamento delle zone umide, inermi si potrebbe dire....
Ma talvolta, come in questo caso, il contrasto è quello classico fra il "progresso" da un lato e la conservazione dall'altro. A noi piace pensare che conservazione della Natura voglia dire progresso e che invece l'espansione, più o meno selvaggia, di infrastrutture debba essere controllata e guidata qui come in Amazzonia.

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