Quando più di venti anni fa i primi intrepidi pionieri della Piana Fiorentina presentarono le loro proposte all'amministrazione pubblica non sapevano che esito avrebbero avuto, ma una grande fiducia muoveva i loro passi...Semplici cittadini, studenti universitari, professionisti, amici della piana, espressero a diverso titolo e sotto bandiere diverse, ma unite in uno stesso intento, la volontà di fare di tutto affinché una parte più ampia possibile della "piana naturale", fosse in qualche modo conservata. Alcuni credevano che fosse necessario convertire le aree umide e le fasce vegetazionali residue (fasce definite poi meglio come corridoi ecologici) in zone a stretta protezione, altri si accontentavano di mantenere il più possibile lo status quo. Conservare per essi stessi e per i propri nipoti. In seguito si affermò a livello globale la definizione meglio compiuta di biodiversità, definizione che si applica persino su scala territoriale.
Da allora tanta acqua è piovuta nella pianura e tanto, troppo di quello che rappresentava un pericolo per la naturalità e la biodiversità comprimeva e comprime sempre più le residue "aree naturali".
Qui non si tratta di criminalizzare lo sviluppo tecnologico e la crescita urbanistica in quanto tale, ma quello che è mancato e che manca ancora oggi è un piano generale che tenga conto dell'importanza che riveste la natura e la biodiversità, per l'uomo di oggi e ancor più per quello di domani.

lunedì 28 febbraio 2011

Da Metropoli : ancora PRO e CONTRO sulla pista


L’Associazione Valentino Giannotti per lo Sviluppo dell’Aeroporto di Firenze, in merito alla questione del potenziamento dello scalo fiorentino con le due soluzioni presentate dagli enti locali come alternative, intende evidenziare come in realtà l’allungamento della pista attuale non sia una soluzione valida. Per la qualificazione dell’aeroporto di Firenze volta a dotare lo scalo di un’infrastruttura di volo realmente efficiente gli effetti ottenibili intervenendo sulla pista esistente non sono paragonabili con i benefici funzionali ed ambientali garantiti dalla soluzione della nuova pista con tracciato a fianco dell’autostrada A11 (orientamento 12/30 convergente). Ciò non scaturisce da opinioni o pareri soggettivi ma da dati oggettivi confermati dagli studi tecnici e dall’ENAC, massima autorità aeronautica nazionale.
L’allungamento della pista attuale, infatti, a fronte di importanti e costosi interventi, non risolve le criticità dello scalo fiorentino (...)
Le criticità dello scalo fiorentino mantenute con l’allungamento della pista esistente e in gran parte
non considerate nei documenti della variante al PIT adottata dalla Giunta Regionale, verrebbero invece superate dalla nuova pista “parallela” all’autostrada, nella versione con orientamento convergente 12/30 preferibile da tutti i punti di vista. Se l’obiettivo dell’iter politico-burocratico in corso è davvero quello dichiarato della qualificazione ambientale e funzionale dello scalo in un sistema aeroportuale toscano efficiente, prendere in considerazione una soluzione come l’allungamento della pista attuale significa pregiudicare in partenza tali finalità e indicare un intervento che probabilmente in realtà non verrebbe mai realizzato.




VIA GENTE, FORZA, PRENDIAMO POSIZIONE!!!!
QUESTA PISTA PARALLELA CANCELLA LA NATURA DALLA PIANA DI SESTO,
È QUESTA LA VERITÀ....un progetto di questo tipo costerà anche perché verrà attivata la PROCEDURA D'INFRAZIONE per mancato rispetto delle normative comunicatarie in materia ambientale....ma ne vale davvero la pena?




Anche il Comitato Provinciale Area Pratese appoggia la posizione di Lamberto Gestri. Presidente della Provincia di Prato, che a proposito della pista parallela di Peretola aveva dichiarato: «È come costruire una propria abitazione nel giardino di un altro».
«Ecco un "tipico esempio" della tanto sbandierata, da parte del nostro vicino, "Ottica Metropolitana" - ha dichiarato Gestri -. I “costi” ambientali della suddetta scelta, se mai fosse realizzata, ricadrebbero tutti, in modo pesante, su Prato ed i benefici, sotto tutti i punti di vista, praticamente solo per Firenze. Insomma la logica è sempre la stessa: il positivo a me il negativo agli altri. Questi, che così ragionano, sono gli stessi che, poi, rimproverano ai cosiddetti altri di non avere, nelle loro scelte, una reale Ottica Metropolitana. Ebbene la pista parallela dell'Aeroporto di Peretola è solo l'ultimo esempio (di una lunga serie) per ora, di come si intendono i rapporti di collaborazione all'interno dell'area vasta della Toscana Centrale. Questo Comitato, nel suo piccolo, intende far sentire la propria voce per dire un netto e deciso NO alla pista parallela. I problemi aereoportuali della nostra Regione devono essere risolti valorizzando Pisa ( soprattutto con collegamenti ferroviari veloci con la nostra area) ed eventualmente adeguando la pista attuale di Peretola con l'interramento della Autostrada A11».

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