Quando più di venti anni fa i primi intrepidi pionieri della Piana Fiorentina presentarono le loro proposte all'amministrazione pubblica non sapevano che esito avrebbero avuto, ma una grande fiducia muoveva i loro passi...Semplici cittadini, studenti universitari, professionisti, amici della piana, espressero a diverso titolo e sotto bandiere diverse, ma unite in uno stesso intento, la volontà di fare di tutto affinché una parte più ampia possibile della "piana naturale", fosse in qualche modo conservata. Alcuni credevano che fosse necessario convertire le aree umide e le fasce vegetazionali residue (fasce definite poi meglio come corridoi ecologici) in zone a stretta protezione, altri si accontentavano di mantenere il più possibile lo status quo. Conservare per essi stessi e per i propri nipoti. In seguito si affermò a livello globale la definizione meglio compiuta di biodiversità, definizione che si applica persino su scala territoriale.
Da allora tanta acqua è piovuta nella pianura e tanto, troppo di quello che rappresentava un pericolo per la naturalità e la biodiversità comprimeva e comprime sempre più le residue "aree naturali".
Qui non si tratta di criminalizzare lo sviluppo tecnologico e la crescita urbanistica in quanto tale, ma quello che è mancato e che manca ancora oggi è un piano generale che tenga conto dell'importanza che riveste la natura e la biodiversità, per l'uomo di oggi e ancor più per quello di domani.

lunedì 6 febbraio 2012

Aironi e anatre alle porte di Firenze




Il 17 gennaio scorso si è svolto l’annuale censimento degli uccelli acquatici svernanti nella Piana tra Firenze e Pistoia.
Tutta la Piana tra Firenze e Pistoia compare infatti nella Lista delle zone umide italiane che devono essere censite annualmente per l’IWC (International Waterfowl Census), il censimento invernale dell’avifauna acquatica promosso da Wetland International, svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell’ISPRA e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico Toscano (COT). Attualmente il territorio incluso nell’area di studio ricade in tre sottozone di rilevamento dell’avifauna acquatica: Piana fiorentina, Renai di Signa, Piana di Prato e Pistoia.
Anche quest’anno i risultati possono sorprendere chi non conosce l’esistenza, o forse la sopravvivenza, di ambienti naturali in quest’area così intensamente urbanizzata.
Oltre 2.300 uccelli acquatici hanno passato i mesi invernali negli stagni artificiali e negli altri ambienti umidi della Piana, confermando l’ importanza regionale e nazionale di quest’area.
L’intera Piana tra Firenze e Pistoia è infatti area di importanza nazionale e regionale per lo svernamento di tuffetto e gallinella d’acqua: nel gennaio 2012 erano presenti 224 gallinelle d’acqua e 121 tuffetti.
Confermata anche l’importanza regionale per lo svernamento degli aironi. Sono stati contati 334 ardeidi, appartenenti a sei differenti specie (tra parentesi il numero totale di individui censiti): airone guardabuoi (184), airone cenerino (100), airone bianco maggiore (14), garzetta (39), nitticora (5) e tarabuso (2). Gli aironi hanno anche scelto tre località alberate della Piana come spettacolari dormitori notturni: ogni sera invernale quasi 200 aironi giungono in volo per “addobbare” di bianco (si tratta per lo più di garzette, aironi guardabuoi e bianchi maggiori) gli alberi dei dormitori.
Tra le altre specie, spiccano le 874 anatre, principalmente alzavole e germani reali, oltre a canapiglie, mestoloni e moriglioni, presenti in gran parte nella Piana di Sesto Fiorentino, le 264 pavoncelle e i 47 beccaccini. Altro dato significativo è stata la presenza di 2 tarabusi nell’ANPIL della Querciola di Sesto Fiorentino: la specie, presente in realtà quest’inverno con tre esemplari (uno dei quali non censito), è in forte diminuzione in tutta Italia. La sua presenza in inverno è indice delle grandi potenzialità ecologiche, anche a fini conservazionistici, della Piana tra Firenze e Pistoia.
La siccità che sta colpendo tutta la Toscana si è fatta sentire anche negli stagni della Piana e con molta probabilità è stata la causa delle forti diminuzioni di effettivi: rispetto all’anno scorso gli ardeidi (aironi) svernanti sono diminuiti del 40%, folaghe e gallinelle d’acqua del 33% e, in totale, gli uccelli acquatici svernanti nella Piana sono diminuiti del 17% rispetto al 2011.
Anche nel 2012 si è dimostrata l’importanza del mantenimento di tutte le zone umide artificiali della Piana. Infatti emerge il valore delle Aree Protette, rappresentate dalle tre ANPIL della Querciola di Sesto Fiorentino, degli Stagni di Focognano e delle Cascine di Tavola. Risulta altrettanto evidente il valore avifaunistico ed ecologico non solo di altri ambienti umidi artificiali con divieto di caccia, come alcune casse di espansione, le ex-cave di Gonfienti e lo stagno di Peretola, ma anche di quelli con attività venatoria in atto, come gran parte degli altri stagni artificiali, che permettono lo svernamento di decine di aironi, di tuffetti, di gallinelle d’acqua e di folaghe e, tra qualche mese, la riproduzione di decine di coppie di cavaliere d’Italia, di svassi maggiori, di libellule, di tritoni, e di molte altre, insospettate, colorate e affascinanti specie di animali acquatici.

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