Quando più di venti anni fa i primi intrepidi pionieri della Piana Fiorentina presentarono le loro proposte all'amministrazione pubblica non sapevano che esito avrebbero avuto, ma una grande fiducia muoveva i loro passi...Semplici cittadini, studenti universitari, professionisti, amici della piana, espressero a diverso titolo e sotto bandiere diverse, ma unite in uno stesso intento, la volontà di fare di tutto affinché una parte più ampia possibile della "piana naturale", fosse in qualche modo conservata. Alcuni credevano che fosse necessario convertire le aree umide e le fasce vegetazionali residue (fasce definite poi meglio come corridoi ecologici) in zone a stretta protezione, altri si accontentavano di mantenere il più possibile lo status quo. Conservare per essi stessi e per i propri nipoti. In seguito si affermò a livello globale la definizione meglio compiuta di biodiversità, definizione che si applica persino su scala territoriale.
Da allora tanta acqua è piovuta nella pianura e tanto, troppo di quello che rappresentava un pericolo per la naturalità e la biodiversità comprimeva e comprime sempre più le residue "aree naturali".
Qui non si tratta di criminalizzare lo sviluppo tecnologico e la crescita urbanistica in quanto tale, ma quello che è mancato e che manca ancora oggi è un piano generale che tenga conto dell'importanza che riveste la natura e la biodiversità, per l'uomo di oggi e ancor più per quello di domani.

sabato 25 gennaio 2014

Checklist delle specie protette della Piana Fiorentina

Non solo di uccelli si occupa questa nuova checklist delle specie protette della piana, presentata da Legambiente il 1 dicembre 2013 presso la Sala Vincenzo Meucci (Biblioteca Ernesto Ragionieri) di Sesto Fiorentino, e dedicata all'area del Parco dell Piana di Sesto.

"Nell’area sono state rilevate 76 specie particolarmente protette. Di queste, 50 risultano essere di interesse comunitario, e 57 di interesse regionale. 31 specie rientrano in entrambe le categorie."

Un breve compendio utile a chi voglia approfondire l'argomento, per capire meglio che ci sono ancora molte ragioni per non gettare la spugna, ma insistere perché quest'area venga messa definitivamente sotto tutela.

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