Quando più di venti anni fa i primi intrepidi pionieri della Piana Fiorentina presentarono le loro proposte all'amministrazione pubblica non sapevano che esito avrebbero avuto, ma una grande fiducia muoveva i loro passi...Semplici cittadini, studenti universitari, professionisti, amici della piana, espressero a diverso titolo e sotto bandiere diverse, ma unite in uno stesso intento, la volontà di fare di tutto affinché una parte più ampia possibile della "piana naturale", fosse in qualche modo conservata. Alcuni credevano che fosse necessario convertire le aree umide e le fasce vegetazionali residue (fasce definite poi meglio come corridoi ecologici) in zone a stretta protezione, altri si accontentavano di mantenere il più possibile lo status quo. Conservare per essi stessi e per i propri nipoti. In seguito si affermò a livello globale la definizione meglio compiuta di biodiversità, definizione che si applica persino su scala territoriale.
Da allora tanta acqua è piovuta nella pianura e tanto, troppo di quello che rappresentava un pericolo per la naturalità e la biodiversità comprimeva e comprime sempre più le residue "aree naturali".
Qui non si tratta di criminalizzare lo sviluppo tecnologico e la crescita urbanistica in quanto tale, ma quello che è mancato e che manca ancora oggi è un piano generale che tenga conto dell'importanza che riveste la natura e la biodiversità, per l'uomo di oggi e ancor più per quello di domani.

martedì 20 ottobre 2009

storie di aironi

Ai Renai di Signa (ora Stato Libero dei Renai! ma libero da chi?) c'era un tempo una colonia di aironi, venne pensato un percorso didattico che mettesse in evidenza le principali emergenze naturali, quando...quando arrivò il momento dell'installazione dei pannelli....la colonia non c'era più o meglio si era spostata là vicino...poi arrivarono le barche e andarono via gli aironi......allora ditelo però! questo è un "parco" attrezzato...dopotutto forse serve anche quello.......ma l'oasi ha ancora da venire...

Report giornalistico relativo al fazzoletto di terra gestito dal wwf. Questo è un punto fermo, ma a che prezzo!
Sono in corso lavori di "ristrutturazione" dei Renai, nel senso che si scava e si preleva terra, si rade il suolo e si abbattono alberi e si farà ancora per diversi anni.
I risultati si vedono: a fronte della concessione di un fazzoletto naturalistico (per quanto potenzialmente utile) si restituisce in cambio un territorio fortemente antropizzato e con caratteristiche ambientali di assolutà povertà, per non dire di quasi sterilità.


Chiaramente ogni amministrazione fa la scelta che vuole (non senza problemi), ma in questo caso rendere pubblico questo territorio ha significato ridurlo a poco più di un giardino urbano, solo con qualche svago in più. Sponde interamente ripulite dalla vegetazione, senza fasce di canneto o alberi; acque profonde, niente isolotti, niente possibilità di colonizzazione futura da parte di piante o animali acquatici. Eppure ottimi esempi di convivenza fra svago e natura esistono. Si tratta solo di volerli cercare.
Amsterdam Birding,

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1 commento:

  1. In effetti l'area attrezzata ha un po' preso il sopravvento, bisognerebbe almeno evitare i giri in barca
    Saluti Nikko

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