Siamo abituati a pensare che la piana di FI-PO-PT sia l'area a nord del fiume Arno, ma esiste un'area a sud, seppur piccola, che risente da sempre dei movimenti e della dinamica del fiume. E come la sorella più grande, anche questa parte di piana è un coacervo di naturalità frammista a insediamenti umani (più o meno organizzati) e industriali sempre più incombenti (a San Colombano è attivo anche il depuratore che serve la città di Firenze). A mitigare in parte questo forte impatto sono state messe a punto soluzioni che si potrebbero quasi definire d'avanguardia. Il comune di Scandicci all'interno dell'area industriale, dove risiete fra l'altro il deposito Ipercoop, ha mantenuno una piccola area verde,con ponticelli e stradine, frequentata per le passeggiate da numerosi abitanti, e con una discreta presenza di flora e fauna palustre. Mentre il comune di Lastra a Signa ha creato qualche anno fa il Parco Fluviale nella cava abbandonata di una storica fornace; il parco è stato strutturato tenendo conto delle esigenze degli abitanti, con spazi per le passeggiate, per il jogging e il pc-nic, che però mantiene una capacità di espressione naturalistica inconsueta per il territorio. L'orario migliore per le passegiate è al mattino presto quando è possibile apprezzare il numero di uccelli canori presenti, spingendosi sino all'acqua dello stagno sottostante dove è possibile stupirsi per la ricca presenza di essenze vegetali tipicamente palustri.
A rendere ancor più apprezzabile questo piccolo parco sub urbano è il tipo di intervento messo in atto dal Consorzio di Bonifica delle Colline del Chianti, competente per questo territorio, in collaborazione con " con la sezione zoologica La Specola del Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze..... si avvale della collaborazione di zoologi specializzati per individuare le specie animali presenti, concordare il periodo migliore per svolgere i lavori e studiare gli accorgimenti tecnici che permettano di interferire al minimo con la riproduzione di anfibi, rettili, uccelli ed anche mammiferi.". Ebbene, il Consorzio che si occupa della manutenzione del verde, attua un sistema di contenimento assolutamente innovativo. Anziché ripulire completamente dalle "erbacce" e dalla vegetazione palustre incombente lascia porzioni ampie di verde (in forma di isola) intorno alle alberature e alle aree palustri, compreso parte dei canneti che si sviluppano in fossi e canali. Una procedura questa ottenuta con pochissimo costo, se non addirittura con un piccolo guadagno, che permette a piante e animali di completare il proprio ciclo riproduttivo....Come sarebbe bello se questa pratica fosse esportata al resto della Piana Fiorentina!!
Nella foto Sparganium erectum, una pianta palustre pregiata e rara nella piana.
Questo spazio è dedicato a tutti coloro che hanno a cuore la natura della Piana fiorentina, pratese e pistoiese. Principale ambizione del blog è di cambiare presto il titolo in "siamoAmicidellapiana"; questo potrà accadere solo grazie tutti coloro che volendo collaborare, daranno il proprio contributo in questo spazio. SALVIAMO IL SALVABILE!! Vuoi collaborare? CONTATTACI
Quando più di venti anni fa i primi intrepidi pionieri della Piana Fiorentina presentarono le loro proposte all'amministrazione pubblica non sapevano che esito avrebbero avuto, ma una grande fiducia muoveva i loro passi...Semplici cittadini, studenti universitari, professionisti, amici della piana, espressero a diverso titolo e sotto bandiere diverse, ma unite in uno stesso intento, la volontà di fare di tutto affinché una parte più ampia possibile della "piana naturale", fosse in qualche modo conservata. Alcuni credevano che fosse necessario convertire le aree umide e le fasce vegetazionali residue (fasce definite poi meglio come corridoi ecologici) in zone a stretta protezione, altri si accontentavano di mantenere il più possibile lo status quo. Conservare per essi stessi e per i propri nipoti. In seguito si affermò a livello globale la definizione meglio compiuta di biodiversità, definizione che si applica persino su scala territoriale.
Da allora tanta acqua è piovuta nella pianura e tanto, troppo di quello che rappresentava un pericolo per la naturalità e la biodiversità comprimeva e comprime sempre più le residue "aree naturali".
Qui non si tratta di criminalizzare lo sviluppo tecnologico e la crescita urbanistica in quanto tale, ma quello che è mancato e che manca ancora oggi è un piano generale che tenga conto dell'importanza che riveste la natura e la biodiversità, per l'uomo di oggi e ancor più per quello di domani.
Da allora tanta acqua è piovuta nella pianura e tanto, troppo di quello che rappresentava un pericolo per la naturalità e la biodiversità comprimeva e comprime sempre più le residue "aree naturali".
Qui non si tratta di criminalizzare lo sviluppo tecnologico e la crescita urbanistica in quanto tale, ma quello che è mancato e che manca ancora oggi è un piano generale che tenga conto dell'importanza che riveste la natura e la biodiversità, per l'uomo di oggi e ancor più per quello di domani.
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