- La ricerca di sostanze pericolose sul biota, condotta in modo sperimentale per il secondo anno, conferma qualità non buona su tutti i punti campionati.
- La segnalazione di situazioni di forte alterazione dell’ambiente di pertinenza fluviale, anche a seguito di attività altamente invasive operate da parte di alcuni Consorzi di Bonifica, che, pur dettate dalle necessità di prevenzione del rischio idrogeologico, determinano un degrado ambientale che contribuisce al progressivo allontanamento dall’obiettivo previsto dalla Direttiva Europea 2000/60 EU di raggiungere lo stato ecologico buono su tutti i corpi idrici naturali entro il 2021 (o 2027, tenendo conto delle deroghe applicate nel vigente Piano di Gestione).
- L'appicazione dell'Indice qualità morfologica - IQM riporta risultati di qualità da sufficiente a pessima, indicativi di profonde alterazioni morfologiche e di habitat subite dai corsi d'acqua, che si riflettono negativamente sulla qualità ecologica degli stessi e allontana dall'obiettivo di qualità previsto dalle normative europee.
Nelle acque di transizione la distribuzione percentuale della qualità ecologica riporta l’8% dei corpi idrici buoni, contro il 92% sufficiente. La criticità principale è imputabile alla qualità del sedimento. Per quanto concerne lo stato chimico, il 75% dei corpi idrici risulta buono, contro un 25% di non buono.
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