Iniziato nel lontano 1984, anche quest’anno si è svolto nella Piana Fiorentina-Pratese-Pistoiese l’annuale censimento degli uccelli acquatici svernanti, nell’ambito del più ampio progetto europeo di monitoraggio (IWC). Organizzato da ISPRA e coordinato a livello regionale dal Centro Ornitologico Toscano.
Gruppi di rilevatori specializzati e autorizzati, coadiuvati da diversi appassionati, il 21 gennaio si sono divisi le aree da censire con lo scopo di raccogliere i dati in contemporanea in tutto il vasto territorio della piana. Le aree umide sono in effetti molto frammentate e distribuite nelle residue zone agricole in un territorio storicamente a vocazione palustre: si tratta di laghetti artificiali arginati e adibiti ad attività venatoria; di casse di espansione, il cui incremento, e il loro aumentato valore ecologico con il passare degli anni, può aver contribuito all'aumento di alcune specie (in particolare beccaccino e frullino); di aree umide a protezione speciale, queste ultime perlopiù distribuite nel settore orientale della piana; di canali, fossi di bonifica e torrenti che attraversano il territorio fino a immettersi nel Fiume Arno.
I risultati, per un’area ad elevata urbanizzazione, sono sicuramente sorprendenti ad un primo esame superficiale. Il totale degli uccelli censiti ammonta a più di 6.000 unità, con una tendenza progressiva all’aumento, che nell’ultimo decennio ha superato il 50%. La specie maggiormente rappresentata è una piccola anatra, l’alzavola, con oltre 800 unità (distribuita quasi esclusivamente nelle aree protette o a divieto di caccia dell’area di Firenze e Prato), seguita dal germano reale, con oltre 500 unità; sono inoltre presenti centinaia seguono di gabbiani comuni, gabbiani reali, folaghe, gallinelle d’acqua, pavoncelle, beccaccini e oltre 250 fenicotteri ecc.; questi ultimi sono presenti negli stagni con acque più profonde, sia in zone protette che in aree di caccia.
Fra le cinque specie di aironi presenti (airone cenerino, airone bianco maggiore, garzetta, nitticora), il più rappresentato è l’airone guardabuoi, con oltre 900 individui, che si distribuiscono principalmente nelle aree agricole e lungo i canali, e che per questo sono difficilmente censibili, se non quando raggiungono i roost (dormitori notturni).Uno discorso a parte merita la presenza dell’ibis sacro, con ben 1.281 individui censiti ai dormitori; si tratta di una specie alloctona di probabile provenienza domestica, in origine da parchi e zoo francesi, che si sta espandendo rapidamente e in modo abnorme anche in Toscana, e la cui presenza potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di molte specie locali e per questo, da maggio 2024, è stato avviato dal COT in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze un monitoraggio specifico (https://shorturl.at/m6lf2)
Un’altra specie in rapida espansione, ma di provenienza mediterranea è il marangone minore, con più di 500 individui, conteggiati ai dormitori per la difficolta di osservazione durante i rilievi giornalieri; il conteggio ai roost, dove gli uccelli si radunano per trascorrere la notte, assume un’importanza notevole perché alcune specie possono spingersi anche in al di fuori dell’ambito del monitoraggio.
Dal punto di vista statistico risultano in diminuzione, rispetto alla media degli ultimi anni, l’airone cenerino e il cormorano, mentre sono in leggero aumento (sopra la media degli ultimi 10 anni) nitticora, garzetta, fenicottero, fischione, alzavola, moriglione, beccaccino (476 individui), frullino, pavoncella, gallinella.
Da segnalare oca selvatica, moretta e beccaccia fra le nuove specie osservate durante il periodo di svernamento.